Marmisti Frioli

Frioli marmi snc di Frioli Gianmarco e Fulvio
Via dei Volsci 146
00185 Roma (RM)

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La storia dei marmisti Frioli inizia nel 1883, quando il trisavolo degli attuali proprietari, Adriano Frioli, di uno dei più importanti atelier di San Lorenzo apre una cava a Tivoli per l’estrazione del travertino da impiegare a Roma. All’epoca, al 92 di Piazzale del Verano, il marmo veniva lavorato per diventare la soglia dei marciapiedi della Capitale. 

Da allora, se sei un Frioli non puoi non aver lavorato in bottega: figli e nipoti del lontano fondatore hanno tramandato l’attività aprendo diversi laboratori. Gianmarco e Fulvio, che oggi sono l’anima della bottega di via dei Volsci, hanno iniziato a 18 anni.

Dall’arte funeraria al Design

I Frioli non si sono mai risparmiati. Se la loro specializzazione è l’arte funeraria, l’atelier brilla anche in altri campi: dal restauro alla manifattura di cucine, camini, scale ed elementi d’arredo in genere. Per questo, negli anni si sono attrezzati con le macchine a controllo numerico, i computer e le tecnologie più innovative. La lavorazione di marmi, pietre e graniti è però ancora un’attività soprattutto manuale, specie se si parla di restauro. La lucidatura, per esempio, è un’operazione fatta spesso a mano: se prima venivano utilizzati soltanto i dischetti rigidi ad abrasione, adesso lo strumento principale sono quelli diamantati a strappo, che, più morbidi, aderiscono meglio alla superficie e permettono di lucidare anche stondature e smussature. Tra le commesse, capita di realizzare targhe in marmo di Carrara con incisioni per eventi e istituzioni. Negli ultimi anni, l’atelier ha anche avviato collaborazioni con scultori e designer.

Quando la nebbia era polvere di marmo

Non è semplice tenere aperta in un quartiere come San Lorenzo un’attività come la lavorazione del marmo che da tempo è minacciata da diversi fattori. Fino a qualche anno fa, tutta via dei Volsci era piena di laboratori, molti dei quali hanno dovuto chiudere. Fulvio e Gianmarco ricordano la strada come un concerto di frese e una nebbia di polvere. “Oggi, invece, è diventato sempre più difficile lavorare nel quartiere. A un certo punto si è parlato perfino della possibilità che le botteghe fossero espropriate per lasciare posto al tracciato della tangenziale. Poi la legge ha chiesto di abbattere le polveri e fissato nuovi requisiti igienico-sanitari oltre che un regolamento sull’inquinamento acustico. Così si è arrivati a ipotizzare anche un trasferimento delle botteghe fuori del raccordo anulare”.

Il mercato, sempre più contaminato dai grès porcellanati effetto marmo, per non dire dei materiali di scarsa qualità provenienti per lo più dalla Cina, fa il resto, complicando ancora di più la faccenda. Così per il pubblico diventa difficile distinguere un mosaico artigianale da uno importato a costi bassissimi. “Anche molte creazioni di arte funeraria, ormai, arrivano dall’estero. Noi però abbiamo deciso di resistere: estate e inverno, con il caldo o con il freddo. Nel nome di una storia che inizia molto, molto tempo fa.